lunedì 15 marzo 2021

Pensieri sparsi in tema di zona rossa

"Zone Rosse per te ho previsto stasera" direbbe Massimo Ranieri, parafrasando la sua ben più nota "Rose Rosse".

La suddivisione italiana in zone al 15/03/2021 
Da oggi, infatti, si torna in zona rossa per tre settimane. Meno male che ho fatto appena in tempo a salutare di persona la mia ragazza (alla quale, detto per inciso, considerata la ricorrenza nei post che scrivo, sarà opportuno dare un soprannome: ci penserò!). Ultimo weekend insieme, in attesa che trascorrano le tre settimane "rosse" prima di poterci rivedere (abitiamo, ahimè, in comuni diversi, ciascuno con le proprie famiglie)... Speriamo in fretta e senza imprevisti.

Zona rossa per me vuol dire anche ripensare a un anno fa, quando, di punto in bianco, io e i miei colleghi fummo tutti costretti a rimanere a casa e a non andare a lavoro. Vuol dire ripensare a quel brutto periodo in cui nemmeno per un secondo riuscivo a rimanere concentrato su ciò che volevo fare, persa la bussola in casa con i miei e scomparso un caro amico a quattro zampe, con un'importante scadenza alle porte e altri impegni lavorativi minori ma non meno importanti. Per giunta, alla fine di quel brutto periodo, fui caldamente invitato a cambiare lavoro e a trovarmene un altro; e, tra le due cose, impegnato a portare a termine la scadenza importante. Nel frattempo, per non farci mancare nulla, la mia ragazza si era presa il COVID: altri due mesi senza vederci.

Quest'anno la situazione si è "ribaltata", se così si può dire: c'è un nuovo amico, anzi, un'amica (e anche anzianotta!) a quattro zampe in casa, della quale ci stiamo occupando e che ci sta dando tanta gioia. Ovviamente non potrà mai prendere il posto di chi c'era prima, ma dare amore e cure a un altro animale penso abbia aiutato molto me e i miei a elaborare l'accaduto e ad andare avanti, anche in relazione a tutto ciò che sta succedendo in Italia legato all'evoluzione della pandemia. E, a proposito di (ri)elaborazione, dopo molte incertezze, mi sono proposto di trovare qualcuno che mi aiutasse a comprendere e rielaborare tutto ciò che stava accadendo: dopo un po' di giri a vuoto l'ho trovato e, piano piano, da questo percorso sta venendo fuori qualcosa di positivo (magari un giorno ne scriverò a parte).

In secondo luogo, penso di potermi considerare fortunato nell'aver trovato un nuovo lavoro, seppur in prova, appena un mese prima dell'ingresso della regione in zona rossa. Ricerca che, a seguito di tale ingresso, di certo sarebbe stata non dico impossibile, ma quantomeno più difficile.

Per altro verso, da alcune avvisaglie inizio a intravedere all'orizzonte dei problemi di compatibilità che potrebbero porsi in futuro tra il mio nuovo lavoro e le aspirazioni a continuare a lavorare in Università. Aspirazioni per un verso confermate dalla proposta di una ulteriore collaborazione; la quale, però, potrebbe intralciare la mia nuova avventura (o relativamente nuova: ho appena iniziato la quarta settimana!),  complice l'assenza di organizzazione, buon senso e comprensione in capo al Professore con cui spesso collaboro.

Ricapitoliamo.
Ho avuto la fortuna di trovare lavoro e di salutare la mia ragazza prima dello scoppio della zona rossa, mi è stata promessa una collaborazione accademica, abbiamo un altro amico (anzi: amica) a quattro zampe al quale dare amore. Tutto bene, dunque? Io spero di sì: ma gli spettri dell'insicurezza, della disorganizzazione e della deconcentrazione albergano ancora dietro l'angolo e io ancora non ho del tutto imparato ad acchiapparli con lo zaino protonico da acchiappafantasmi di cui ognuno di noi, dalla nascita, è inconsapevolmente fornito.

Spettralmente

Er Matassa

2 commenti:

Franco Battaglia ha detto...

Stavo confondendo - come passa il tempo eh? - il lockdown tosto dello scorso marzo con la zona rossa all'acquetta di rose attuale. Per strada c'è il delirio: tutti a passeggio, caffè sorseggiati ammucchiati fuori dai bar, polizia che controlla le autocertificazioni neanche a pagarle oro.
Certo gli spettri dell'insicurezza su un futuro ballerino albergano in ciascuno di noi. Se domani mi dicessero "Ao, avanza un Astrazeneca, che fai?" Forse la faccio pure ma vorrei stare più sereno.. eppure basterebbe coscienza civile in ciascuno di noi.. perché le cose semplici sono così chimeriche a volte?

Er Matassa ha detto...

Davvero? Qui, vicino a dove lavoro io, lo spettacolo è un po' più desolato a dire il vero. Vero anche che non sono trascorsi neanche tre giorni e, dunque, la situazione può cambiare.
Io per poco non sono rientrato tra coloro che hanno diritto a essere sottoposti al vaccino. Vedremo.
Comunque hai ragione: le cose semplici, a volte, sono chimeriche; altre volte, chimeriche è solo come vogliono farcele apparire.
Un saluto

EM