sabato 26 giugno 2021

Pensieri di fine giugno sparsi al vento

Non scrivo qui da un mese esatto. E dire che di cose, nel frattempo, ne sono successe...

Non ho molto tempo, fra poco dovrò uscire e sicuramente non riuscirò a riorganizzare le idee e mettere in ordine tutto ciò che è accaduto nel mentre. Provo ad andare, diciamo così, per punti.

Il lavoro con Amazzone, la mia psicoterapeuta, prosegue tra alti e bassi ma - a suo dire - in maniera molto proficua. In effetti sento che qualcosa in me sta cambiando: alcune cose più velocemente, altre assai di meno. Spesso ho la sensazione di ritrovarmi al punto di partenza, ma mi basta riflettere anche solo per un secondo su quello di cui parliamo insieme per capire che non è così.

Dal punto di vista lavorativo procede tutto bene nel nuovo posto (ormai relativamente nuovo, beninteso, visto che sono più o meno quattro mesi che sto lì). Certo, c'è stata qualche sbavatura, ma niente di irrecuperabile. Imparo sempre di più ad accorgermi dei pro e dei contra rispetto al posto in cui mi trovavo prima (alla fine, tirando le somme, è da un po' più di un anno a questa parte che non sto più lì: il tempo fugge proprio!). Imparo anche però a capire quali sono le attività che, nel lavoro, riescono a entusiasmarmi di più. E anche questo penso sia un punto molto importante.

Dal punto di vista accademico, cerco di barcamenarmi come meglio posso. Purtroppo non ero, non sono, né sarò mai, ubiquo: mi spiace dover rinunciare a molte delle cose alle quali potrei prendere parte (altre, a dire il vero, non mi dispiace per niente saltarle, perché sono solo delle gran menate). Sono molto indietro su alcuni lavori che avrei dovuto consegnare tempo addietro e non mi è sufficiente lavorarci nei soli fine settimana, in cui tra l'altro sono gli unici giorni in cui ho la possibilità di stare con la mia ragazza. Cerco di ritagliarmi spazi a lavoro, ma sta diventando sempre più difficile, considerando anche che mi stanno iniziando a dare da fare sempre più cose.

Dal punto di vista sentimentale, con la mia ragazza, Eureka, in generale va molto bene. Anche qui ci sono alti e bassi e momenti di incomprensione, condivisione e solitudine. La difficoltà di vivere in due città diverse e riuscire a vedersi solo nei ritagli di tempo e nei weekend fa sì che parlare a quattr'occhi di cose importanti per noi - le nostre sensazioni, i progetti per il futuro, i problemi sul lavoro e a casa - sia molto difficile.

Ci piacerebbe andare a convivere. Ed è una decisione che, almeno a me personalmente, ha richiesto attesa, tempo e riflessione. Anche lei è stata molto titubante al riguardo, per motivi culturali e familiari, ma è arrivata a questa conclusione prima di me. Siamo, dunque, giunti a questa risposta, a questo proposito, ma non sappiamo ancora né quando, né come avverrà; speriamo entro l'anno. Di ciò (e delle avventure e dis-avventure che sicuramente saranno legate a tali vicende) mi piacerà sicuramente scrivere.


Dal punto di vista familiare, ci sono tanti momenti di alti e bassi con la mia famiglia (soprattutto con mia madre). Cose che ovviamente riguardano anche il rapporto con la mia ragazza. Quanto è difficile affermare il diritto a essere felici? Quanto è difficile far capire a qualcuno che la felicità è ciò che vogliamo noi e non ciò che qualcuno crede sia meglio per noi? Quanto è difficile far capire a qualcuno che a trent'anni vuoi cose diverse da quando ne avevi venti (anche venticinque, perché no?). Penso che tutte queste cose stiano venendo alla luce per via del rapporto con Amazzone e degli innumerevoli spunti di riflessione che da ciò si dischiudono.

Ho scritto di getto, sicuramente avrò detto qualcosa in modo contorto o sgrammaticato.

Ma sento che è proprio questo che mi serve: commettere degli esercizi di imperfezione, nella scrittura così come nella vita.


Imperfettamente

Er Matassa