lunedì 27 settembre 2021

Epilogo di una settimana (semi)solitaria

- Questo post doveva essere un preludio a una settimana (semi)solitaria ed è invece diventato un epilogo, tanto è stato il tempo che non sono riuscito a dedicargli

- Questo post doveva essere, appunto, un post ed è invece diventato una (semplice) lista

- Eureka è partita la scorsa settimana per un Master all'estero e per una settimana ho fatto vita "da scapolo", fino, appunto, a ieri

- pensavo di avere molto più tempo libero per fare sport, lavare e pulire casa, finire di scrivere gli articoli accademici che mi stanno col fiato sul collo, ma ovviamente così non è stato

- mia madre mi ha proposto di stare a casa da loro durante la suddetta settimana, cosa che con molto garbo ho declinato a tutela della mia già precaria salute fisica e mentale

- per non farci mancare nulla, lunedì mattina scorso mi sono ritrovato il cellulare improvvisamente senza credito, con conseguente interruzione di tutti i servizi (chiamate, sms, internet) e prima che capissi che l'operatore mi aveva tolto altri soldi (ma ancora non ho capito il perché) ho spento e riacceso il cellulare "alla 'gnorante", per capirci, per circa una mezz'ora, facendo tardi a lavoro

- in aggiunta, alle tre di notte tra domenica e lunedì una tizia ubriaca si è messa a urlare sotto casa e non so cosa mi abbia trattenuto dal lanciarle una secchiata d'acqua dalla finestra, visto che era la terza volta che si comportava in questo modo

- conseguentemente, ho provato a dormire utilizzando dei tappi

- il caso ha voluto che il volume della sveglia che avevo impostato sul cellulare (l'unica cosa che del cellulare continuava a funzionare a causa del deficit di credito di cui sopra) fosse molto basso, quasi impercettibile, figuriamoci con i tappi


- ne è seguito che ho sentito il suono di una sveglia automaticamente posposta per l'ennesima volta, per puro caso, con circa un'ora di ritardo sulla tabella di marcia e una marcia assurda per arrivare a lavoro in orario

- e in tutto ciò era solo lunedì, ma nel corso della settimana ho dormito davvero malissimo, per il chiasso e per l'agitazione

- mentre andavo a lavoro una macchina si mette a fare mezza tangenziale in retromarcia, ero così tanto tra il basito e l'incavolato che mi sarei voluto accostare all'autista e chiedere se lo avevano scritturato per il sequel di "Tenet" di Christopher Nolan

- temo che l'ansia che mi logora (anzi, ne sono sicuro) è il fatto che non riesco ad andare avanti nella scrittura, mannaggiamme che mi metto a rileggere ogni parola di quello che scrivo e ad ampliare le fonti bibliografiche, se avete rimedi sono ben accetti

- oltretutto, appena sembra che mi riesca a conquistare un attimo di concentrazione, sia a casa, sia al lavoro mi spalano guano addosso e pratiche da lavorare (da ultimo il 730 di mia madre su cui ho passato parte del weekend scorso)

- penso sia tutto, ma in realtà non lo è e vorrei scrivere molto di più, ma tra poco forse riesco ad andare ad arti marziali che è una delle poche cose che mi fa sentire bene in questi tempi (oltre la convivenza e la vicinanza di Eureka ora che è tornata, beninteso), anche se il giorno dopo ho i muscoli indolenziti che mi fa male anche aprire le porte e le ossa scricchiolanti che guai a me se salgo due gradini alla volta

- non so come finire questo post-elenco quindi sceglierò una parola a caso: agave


Agavicamente

Er Matassa

domenica 5 settembre 2021

Come il primo giorno di scuola

Giovedì mattina, 2 settembre.
Il primo giorno in cui io ed Eureka, la mia ragazza, ci siamo svegliati in casa nuova abbiamo dormito su un divano letto, che era già nell’appartamento, perché il materasso arriverà solo tra qualche giorno (sarebbe dovuto arrivare domani, ma il grande magazzino all’indomani dell’acquisto aveva già fatto slittare di qualche giorno la consegna...).

Eravamo stropicciati ma felici. Stropicciati, perché nessuno dei due era (ed è) abituato a dormire in una casa che si trova in pieno centro urbano, in posizione centrale ma proprio a fianco di una strada di grande scorrimento. E non è stato tanto il brusio – tutto sommato anche piacevole – del locale vicino casa a farla da padrona, quanto il traffico molesto di camion e snodabili che, a notte fonda e la mattina presto, percorrono la strada in questione per entrare ed uscire dalla Capitale. Felici per aver dormito per la prima volta nella nostra nuova casa: un proposito che sino a pochi mesi fa sembrava lontanissimo e che, nel giro di poco, pochissimo tempo, si è avverato. 

Abbiamo fatto colazione insieme, poi mi son vestito con i mal sopportati abiti da lavoro: camicia, giacca, vestito e cravatta. 
Il primo giorno in cui io ed Eureka ci siamo svegliati in casa nuova non mi ero mai trovato a dover salutarla vestito per andare a lavoro anziché in maniera informale: ci salutavamo la sera o, comunque, se me ne andavo la mattina dopo esser stato a casa dei suoi mi vestivo in maniera informale, perché in qualche modo – pur svegliandomi molto presto – riuscivo sempre a rientrare a casa dai miei per il “cambio d’abito”.

Così, quando mi son presentato a Eureka per salutarla, mi ha detto che le sembrava quasi “come il primo giorno di scuola”.
Ero d’accordo. E all’improvviso lo zainetto che avevo sulle spalle mi ha ricordato moltissimo quello che mi portavo dietro alle elementari, carico di speranze, di energia e di voglia di futuro.

Penso che avrò voglia di tutte queste cose – speranze, energia e voglia di futuro – nell’immediato avvenire, con lei e nel lavoro. In particolare nella settimana che segue, nella quale – tanto per cambiare – sono venute a sovrapporsi trecentomila scadenze che non so se riuscirò a rispettare. E spero dannatamente che la mia disorganizzazione (lavorativa in primis) non vada a scapito della mia (nostra) nuova vita.

Disorganizzatamente
Er Matassa