giovedì 17 marzo 2022

Sensi di colpa e moti di rivalsa



È un bel po' che non pubblico qualcosa, quindi anzitutto mi scuso con gli internauti lettori (di fiducia o occasionali che siano).

In secondo luogo, le ragioni per cui il tempo è sempre meno sono in parte riconducibili alla mia decisione di evadere. Non avete capito: non mi hanno incarcerato! Parlo di evasione "relativa", ossia dal lavoro che sto facendo adesso (ché dal lavoro non si evade mai completamente, ahimè), o meglio, del guardarmi intorno e del (provare a) preparare un concorso. 

L'anno nuovo è iniziato con una vittoria di Pirro. Per questo motivo, ho iniziato a studiare in vista di alcune prove concorsuali che si terranno - pur se non nell'immediato - entro quest'anno. Tutto ciò, ovviamente, in parallelo al lavoro dove attualmente mi trovo. Il che vuol dire alzarsi la mattina alle 5, sfruttare la pausa pranzo, i (pochi) momenti di disimpegno tra lavoro (di cui vi ho detto), casa (da ormai più di sei mesi convivo con Eureka, la mia ragazza) e famiglia (i miei, purtroppo, riesco a vederli sempre meno, ma temo che sia nell'ordine naturale delle cose). Risultato: studio poco in settimana e più nel weekend, ho un sonno che mi porta via e diversi amici non li vedo ormai da tempo.

Dello studio in parallelo non ho ancora detto nulla nel posto dove attualmente lavoro e non so se lo farò a breve. Ché ovviamente il pensiero che io investa energie in altro e la prospettiva di perdere un collaboratore non è per loro proprio il massimo. E mi sento in colpa in quei pochi momenti in cui sento di esser valorizzato (seppur con i limiti di cui dirò fra poco). Io, che sono abituato alla trasparenza, non riesco a fingere che tutto vada bene e che non mi stia guardando intorno e preparando per altre cose, specialmente quando mi dicono che sono soddisfatti del lavoro che faccio.

Ma. Ma. Ma. A tutto c'è un ma, e stavolta me l'ha fatto venire in mente Eureka con quelle quattro parole che da brava femmina mi ha rivolto l'altro ieri sera (si badi: utilizzo "femmina" non per fini maschilisti, ma per indicare quel genere di essere umano che senza troppi giri di parole è in grado di trasmetterti tantissimi sentimenti, se del caso anche troppi, se del caso anche di colpa, a seconda dell'umore).

"Non capisco perché ti senti in colpa".

"Mi dispiace non esser trasparente con loro. Soprattutto quando vedo che sono contenti del mio lavoro e mi trattano come parte della squadra. E poi dovrò fare i conti con quello che succede se il concorso va bene..."

"A quello ci penserai a tempo debito. Ti invito a riflettere sul fatto che ti avevano detto che dopo 6 mesi di prova ti avrebbero fatto un discorso sul tenerti o meno e sull'aumento. Bravi sono stati a tenerti, ma senza aumento, proprio bravi. E intanto ne sono passati 13, di mesi"

"In effetti..."


Effettivamente

Er Matassa