martedì 24 maggio 2022

Un altro post di un altro blog (o forse di un'altra vita): lo stagista

Da qualche parte in Germania, Luglio 2012

Matassa era un po' teso per l'imminente colloquio di lavoro ed effettivamente non ricordava di averne mai sostenuto uno prima di allora.

Che poi in fin dei conti si trattava di uno stage e chiamarlo "lavoro" era una parola grossa. Del colloquio di lavoro aveva tutti i crismi: prendere il treno dalla sua piccola città "adottiva", che lo aveva accolto come studente Erasmus, per recarsi in quella grande metropoli trafficata non si sa se più da macchine o da biciclette; "vestirsi bene", in giacca, camicia e cravatta nonostante il caldo di luglio non risparmiasse nessuno nemmeno in quel Paese del Nord. Se si poteva parlar di freddo in quella stagione era solo in relazione al carattere delle persone locali che circondavano Matassa e con le quali di rado si era intrattenuto, nei ritagli delle giornate passate con gli altri studenti Erasmus a studiare in biblioteca o a far festa. A breve, però, avrebbe conosciuto meglio qualcuno degli autoctoni e scoperto che far di tutta l'erba un fascio è sempre sbagliato.

Matassa si alzò, si stiracchiò le gambe e si guardò intorno. Lo avevano fatto accomodare in una grande sala rettangolare al piano terra evidentemente destinata alle riunioni. Un'ampia porta-finestra, posta su uno dei due lati corti, affacciava sul giardino al pianterreno della villetta in cui si trovava lo Studio e lasciava entrare tantissima luce. Una lunga libreria a muro, invece, correva lungo uno dei lati lunghi nella sua interezza. Matassa prese una rivista dalla libreria e iniziò a scorrerne l'indice.

Matassa si stava giusto chiedendo chi mai avrebbe potuto nutrire interesse per la tassazione sulle polizze vita oggetto di successione ereditaria quando qualcuno bussò alla porta. Prima ancora che potesse dire "Ja", si era trovato di fronte un Avvocato, leggermente più basso di lui, che gli tese la mano non impegnata a reggere una grossa tazza blu colma di caffellatte.

Fatte le presentazioni, si accomodarono attorno al tavolo, sul quale l'Avvocato sparpagliò i documenti che Matassa gli aveva inviato via mail: il (breve!) curriculum vitae, l'elenco degli esami sostenuti, i certificati di lingua.

L'Avvocato si fece dir subito quali fossero i rami del diritto preferiti da Matassa e ci tenne a precisare che gli ambiti prediletti dello Studio erano altri. Matassa - che in quel periodo ancora sapeva come avere una poker face nei momenti più opportuni e riteneva comunque utile fare un'esperienza di lavoro in quel settore - si riscoprì entusiasta di approfondire cose di cui poco prima nemmeno conosceva l'esistenza. Si vede che fu convincente, perché a un certo punto l'Avvocato ritenne maturi i tempi per passare allo step successivo, il test di lingua, in cui fortunatamente Matassa (il Matassa di allora, beninteso, non quello di oggi) non ebbe bisogno di ricorrere a sotterfugi. Ebbe però l'impressione fugace ch'esso fosse stranamente considerato meno importante.

Restava da definire il quantum - sul quale ovviamente Matassa non aveva il benché minimo potere contrattuale (ma non è che adesso la situazione sia migliorata) e il quando. Archiviato velocemente il primo, per il secondo ci si accordò per i primi di agosto, con un termine "sospeso".

Matassa sarebbe rimasto in quello Studio a far da stagista per due mesi, all'esito dei quali si presentò l'occasione di lavorare in un altro posto - diverso per tipologia di lavoro e per ambito di attività - in cui stavolta furono preponderanti le sue capacità di scrivere (già allora Matassa si spacciava per blogger) e di comunicare. Anche in questo caso fu testata la sua conoscenza delle lingue: ma ebbe sempre l'impressione che fu qualcosa "tanto per", un "di più" senza un peso effettivo nella decisione sul prendere uno stagista o meno.

Un po' gli dava fastidio, anche a fronte dei sacrifici e dei corsi intensivi che aveva fatto in vista della partenza. Ripensandoci, può anche darsi che in realtà - se ci fossero stati dei problemi - glielo avrebbero fatto notare e che tutto filò liscio semplicemente perché Matassa aveva inconsapevolmente passato la linea dell'accettabilità attraverso l'arte del "buttarla in caciara dicendo qualcosa che conosco bene". L'impressione che gli rimase e che si portò dietro negli anni a venire, però, fu più o meno quella da "banco macelleria".

"Signò, lo stagista conosce tre lingue, che faccio, lascio?"

"Ma sì dai, de sti tempi so sempre boni"


Stagisticamente

Er Matassa

P.S. Ringrazio PuroNanoVergine per avermi fatto ripensare a quel periodo




9 commenti:

Anonimo ha detto...

luglio 2012 avevo un pargolo di un mese. Gli stage per me erano finiti e mi trovavo in quei mesi di limbo in cui non ho fatto nulla... (leggi venivo pagata in nero)
a gennaio 2013 ho aperto la partita iva, non avevo nessun potere contrattuale nel definire il quantum.
Le cose che tu scrivi ora, riferite al tuo lavoro, io le scrivevo 5-6 anni fa. Io ho tenuto duro, a denti stretti sono rimasta dove ero. Ha ripagato.
Tornassi indietro però non sono così sicura che non cercherei altro

Er Matassa ha detto...

@Anonimo
Sebbene in posti diversi è diverso tempo che anche io tengo duro a tempi stretti.
Ultimamente sono indeciso se restare, cambiare posto o cambiare lavoro. Come sai, però, la differenza è abissale...
Una cosa però è probabile: proprio come quello che è accaduto dieci anni fa (e oggetto di questo post), anche quello che accadrà probabilmente lo scriverò qui sopra.

EM

PuroNanoVergine ha detto...

Se non altro il non essere considerato per le qualità che hai, di essere valutato un tanto al chilo, lo puoi usare come spunto per i post (metti blogger nel c.v. anche se in epoca di TikTok, youtuber, fa molto boomer)

Er Matassa ha detto...

@PuroNanoVergine
Sarei curioso di vedere il cv di un "tiktoker" (si dirà così?)

EM

Franco Battaglia ha detto...

E "buttarla in caciara su qualcosa che si conosce bene" è il topo per un blogger", anche se poi, in realtà, il vero blogger, è uno che la butta in caciara, punto. ;)

Er Matassa ha detto...

@Franco Battaglia
Non ci avevo mai pensato ma... Hai ragione!
EM

Franco Battaglia ha detto...

E grazie per avermi fatto conoscere Passami il sale!! (tramite il blogroll di PuroNanoVergine.. )

Paola S. ha detto...

Io nel mio cv ho sempre inserito il fatto di avere un blog e durante i colloqui tutti mi facevano domande a riguardo 😂 evidentemente è una qualità apprezzata 😂. Comunque che cosa brutta gli stage ed i primi colloqui di lavoro, non li vorrei rifare per nulla al mondo anche se oggi sicuramente sarei più matura e sicura di me (non che sia mai stata una di quelle che andava nel pallone 😂). Ad ogni modo spero che presto potrai trovare un posto dove ti valutino come meriti; lavorativamente parlando è un disastro di sti tempi...

Er Matassa ha detto...

@Paola S.
Ciao Paola! Scusa se rispondo solo ora, purtroppo è un po' di tempo che non riesco a scrivere qui, né leggere commenti o blog altrui!
Diciamo che io non sono mai stato uno con il piglio deciso, ma sicuramente negli ultimi anni ho acquisito più sicurezza di me stesso.
Quanto al posto, diciamo che mi sto muovendo. E che di questi tempi sia un disastro sono senz'altro d'accordo.
Un caro saluto

EM