martedì 11 maggio 2021

Stream of consciousness ovvero non può piovere per sempre (forse)

Scrivo questo post al termine di due giornate lavorative che di lavorativo, ahimè, in realtà hanno avuto ben poco, a causa delle mie scarse capacità di concentrazione.

A volte mi sembra di esser ritornato all'anno scorso, quando i giorni trascorsi in questo modo si rincorrevano uno dopo l'altro finché non ne perdevo il conto. Spesso iniziavo la giornata fiducioso e poi la terminavo senza aver concluso nulla, travolto dagli impegni relativi a cose meno importanti o dalle distrazioni e spesso ancor più stanco rispetto a come mi sarei sentito se quel giorno avessi lavorato alacremente.

Eppure Amazzone (così ribattezzeremo la mia tutor e psicologa) me lo ha già detto più volte. "A te sembra di stare fermo, Matassa; ma in realtà sei cambiato un sacco, hai fatto progressi, anche se piccoli. Ll primo passo è rendersi conto di ciò che accade e non limitarsi a subirlo passivamente e tu lo stai facendo".

Sì, penso, è vero. C'è in me una consapevolezza diversa rispetto a prima, lo ammetto. Ammetto cioè il fatto che niente è destinato ad "andare come deve andare", ma può andare in maniera anche diversa. E in questi ultimi mesi questa "maniera" è stata nettamente migliore rispetto alle mie aspettative e a quello che avevo trascorso sinora, lavorativamente e sentimentalmente. Hai vinto tu, Amazzone. Per questa volta. 


Mentre penso che mi alzerò fiducioso dalla scrivania del mio nuovo ufficio, contento nel frattempo del fatto che la giornata lavorativa terminerà comunque prima di cena e non (come spesso mi accadeva prima) dopo cena o nel cuore della notte indipendentemente dal momento del mio ritorno a casa, guardo la finestra e il temporale che al di fuori imperversa su Roma e che in un pomeriggio ci ha fatto ripiombare nel freddo novembrino, mentre tutti (me compreso) erano ormai convinti di averla sfangata e di esser finalmente in quel periodo dell'anno in cui tra dentro e fuori casa passano almeno dieci gradi di differenza, all'interno geli e al di fuori muori di caldo. E invece.

Chissà, forse è anche la malinconia suscitata dal repentino grigiore imperante che mi ha fatto venire questo fastidioso mal di testa. Grigiore che stona con la giornata di ieri, nella quale per un attimo ho quasi avuto la sensazione di ritrovarmi nell'afa agostana che conoscono bene i romani che restano nella capitale ad agosto. Ma stona anche con lo scorso fine settimana, in cui io ed Eureka, la mia ragazza, siamo riusciti a ritagliarci un weekend tutto per noi per festeggiare il nostro anniversario.

Le giornate trascorrono, gli impegni si accavallano, le cose mi sfuggono. Ma stavolta c'è anche la sensazione che in qualche modo, stringendo i denti e le redini, io riesca a star dietro a loro. Quantomeno a quelle più importanti per me.


Ottimisticamente (chi lo avrebbe mai detto...)

Er Matassa

5 commenti:

Yaxara ha detto...

Daje, tieniti stretto l'ottimismo! E speriamo sì, di essere alla fine di questo periodo barbino.

Er Matassa ha detto...

Grazie Koris:) temo che ne avremo ancora per un po', però. Comunque incrociamo le dita...

EM

Franco Battaglia ha detto...

Oggi splende il sole a Roma, e visto i giri che avrei dovuto fare comunque in scooter (centro di Roma improponibile in auto, e i mezzi li prendete voi per ora) mi sembra già motivo di buonumore, escluse ovviamente tutte le altre rogne.. ;)

Francesco ha detto...

puoi uscire fuori regione se vuoi

Er Matassa ha detto...

@Franco
Eh sì, stamattina splendeva! Ora un po' meno (e le previsioni davano bel tempo, speriamo bene per il pomeriggio/sera).
Anch'io ormai mi muovo solo in scooter - certo, quando non mi lascia a piedi...

EM

@Francesco
Sì, hai ragione, mi ero dimenticato di togliere quell'inciso (che avevo poi controllato essere ingiustificato). Grazie, provvedo

EM