domenica 5 settembre 2021

Come il primo giorno di scuola

Giovedì mattina, 2 settembre.
Il primo giorno in cui io ed Eureka, la mia ragazza, ci siamo svegliati in casa nuova abbiamo dormito su un divano letto, che era già nell’appartamento, perché il materasso arriverà solo tra qualche giorno (sarebbe dovuto arrivare domani, ma il grande magazzino all’indomani dell’acquisto aveva già fatto slittare di qualche giorno la consegna...).

Eravamo stropicciati ma felici. Stropicciati, perché nessuno dei due era (ed è) abituato a dormire in una casa che si trova in pieno centro urbano, in posizione centrale ma proprio a fianco di una strada di grande scorrimento. E non è stato tanto il brusio – tutto sommato anche piacevole – del locale vicino casa a farla da padrona, quanto il traffico molesto di camion e snodabili che, a notte fonda e la mattina presto, percorrono la strada in questione per entrare ed uscire dalla Capitale. Felici per aver dormito per la prima volta nella nostra nuova casa: un proposito che sino a pochi mesi fa sembrava lontanissimo e che, nel giro di poco, pochissimo tempo, si è avverato. 

Abbiamo fatto colazione insieme, poi mi son vestito con i mal sopportati abiti da lavoro: camicia, giacca, vestito e cravatta. 
Il primo giorno in cui io ed Eureka ci siamo svegliati in casa nuova non mi ero mai trovato a dover salutarla vestito per andare a lavoro anziché in maniera informale: ci salutavamo la sera o, comunque, se me ne andavo la mattina dopo esser stato a casa dei suoi mi vestivo in maniera informale, perché in qualche modo – pur svegliandomi molto presto – riuscivo sempre a rientrare a casa dai miei per il “cambio d’abito”.

Così, quando mi son presentato a Eureka per salutarla, mi ha detto che le sembrava quasi “come il primo giorno di scuola”.
Ero d’accordo. E all’improvviso lo zainetto che avevo sulle spalle mi ha ricordato moltissimo quello che mi portavo dietro alle elementari, carico di speranze, di energia e di voglia di futuro.

Penso che avrò voglia di tutte queste cose – speranze, energia e voglia di futuro – nell’immediato avvenire, con lei e nel lavoro. In particolare nella settimana che segue, nella quale – tanto per cambiare – sono venute a sovrapporsi trecentomila scadenze che non so se riuscirò a rispettare. E spero dannatamente che la mia disorganizzazione (lavorativa in primis) non vada a scapito della mia (nostra) nuova vita.

Disorganizzatamente
Er Matassa

8 commenti:

Franco Battaglia ha detto...

Un bellissimo quadretto familiare che ho provato un sacco di volte (cambiando casa e cambiando vita) ma che ogni volta emoziona.. anzi che hai trovato tutti i capi di vestiario necessari alla giornata lavorativa.. ;)
p.s. io trovo stupendo l'uscire di casa "senza chiudere a chiave". Lasci una casa viva, che pulsa e respira, perché c'è il tuo amore dentro..

Nia ha detto...

Questa cosa di uscire di casa salutando chi resta non la ho mai provata uscendo sempre mentre ancora tutti dormono.
Vi abituerete presto al traffico.

Katrina Uragano ha detto...

Vedi, tutte queste cose diventeranno la norma.
E non è una cosa brutta, anzi. E' una nuova intimità che nasce, che mette radici.
Siete belli, e sono contenta per voi :)
Anche al traffico notturno vi abituerete. A presto.

La Marti ha detto...

Se riguardo al mio ultimo anno e mezzo, dopo l'inizio della mia convivenza, vedo tendenze, abitudini, comportamenti (anche quella disorganizzazione che un po' sembra intimorirti) che sono lentamente cambiati, adattandosi e intrecciandosi. Un po' come "i fiori e l'erba di scarpata ferroviaria". Sorrido.

Paola S. ha detto...

Guarda un po', manco l'estate e tu realizzi questo grande progetto, che meraviglia *.*
Vi auguro un grande in bocca al lupo per questo nuovo viaggio insieme. Ti auguro di avere ogni giorno colazioni felici insieme e baci del buongiorno e della buonanotte che non finiscano mai.
Sarà bellissimo, anche in giacca e cravatta :)

Crazy time ha detto...

congratulazioni per la nuova casa!
valeriascrive

le occhiaie di g_g ha detto...

Che delicatezza questo post. Spero di avere le stesse sensazioni anche io, quando succederà.

Er Matassa ha detto...

@Franco
Anch'io, quando esco di casa senza chiudere a chiave (perché la mia ragazza attacca il pomeriggio ed esce dopo di me), mi sento più tranquillo e sollevato:)

@Nia
Mi dispiace! A ogni modo, penso che uscire sapendo che lasci comunque tutti in casa, a suo modo, dia comunque una certa tranquillità, come diceva Franco.
Quanto al traffico e all'abituarsi (al rumore, più che altro)... Ancora ci stiamo lavorando! Se riesco scriverò qualcosa sulle nostre (dis)avventure.

@LaDama Bianca
Grazie:) Speriamo, come dicevo a Nia, di abituarci presto. Stanotte ho dormito coi tappi.

@LaMarti
Sono curioso di vedere come cambieranno e si evolveranno tendenze, abitudini, comportamenti miei e di Eureka. Ti sorrido anche io.:)

@Paola S.
Viva il lupo! E abbasso la giacca e cravatta :D

@valeriascrive
Grazie Valeria!

@le occhiaie di g_g
Sono sicuro che saranno sensazioni bellissime anche per te. Mi fa piacere ti sia piaciuto il post, ti ringrazio:)

EM