I traslochi, si sa, portano scompiglio e confusione.
Spesso, però, sono anche un'occasione preziosa per sbarazzarci di ciò che di superfluo conserviamo (a volte inconsapevolmente!) nei cassetti degli armadi, che si tratti del cappello orribile regalato dalla zia Tarcisia nel Natale 2006 o della maglietta della squadra di atletica che indossavi ai tempi d'oro e che oggi non ti entra più nemmeno per un braccio.
Ciò considerato, Matassa desiderava sublimare il mettere ordine a modus operandi universale, da applicare anche ai beni immateriali oltre che a quelli materiali (sappiamo tutti che la verità è che si dedica ai primi per posticipare il momento in cui dovrà fare i conti con i secondi). Si è quindi ritrovato a passare al setaccio la lista dei blog che segue privatamente o pubblicamente per verificare chi fossero i blogger che avevano appeso la tastiera al chiodo.
Matassa si porta dietro questa lista da diversi anni: risale, infatti, ai tempi universitari, soprattutto a quelli in cui da studente Erasmus si divertiva a condividere usi e costumi degli stranieri (tedeschi in particolare) con i malcapitati che capitavano sul suo blog: persone dapprima già note, perché conosciute "in presenza" (come si usa dire oggi, ai tempi del Covid-19 e della DAD), poi anche amicizie virtuali. Alcuni di tali lettori avevano a loro volta dei blog e Matassa era lieto di poter leggere la realtà attraverso le "finestre" di queste persone, spesso aperte anche su Paesi molto lontani geograficamente, culturalmente ed economicamente.
Tra i vari blog che ha aperto e chiuso, da buon accumulatore seriale quale è, Matassa si è sempre portato questa lista appresso, spesso rimpolpandola con i nomi delle nuove persone che incontrava lungo la strada; mai, però, riducendola o eliminando quelli che già c'erano, e ciò prima ancora che diventasse consapevole di quell'esigenza di anonimato, seppur parziale, che andava facendosi strada.
Scorrendo la lista, Matassa ha visto che molti dei blog che seguiva non venivano aggiornati da molti anni: alcuni addirittura da sette, otto anni. Ha preso dunque coraggio e ha depennato dalla lista i blog che da tanto tempo non davano più segno di vita.
Mano a mano che procedeva a quest'operazione, Matassa si è visto passare davanti agli occhi tante cose relative ai blog inattivi: alcune frasi particolarmente toccanti, post che hanno sortito un dibattito o dei commenti particolarmente abbondanti, addirittura incontri organizzati dal vivo con qualche autore conosciuto sul web. E non ha potuto fare a meno di provare un po' di malinconia in tutto questo.
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(dis)ordinatamente
Er Matassa