Me ne sono venuto in campagna l'altro ieri, fuggito dalla grande città, con l'intenzione di provare a concentrare e investire le poche energie rimaste in un lavoro che avrei dovuto portare a termine molto tempo fa.
E invece che faccio?
Ad appena una settimana dalla scadenza del termine per la consegna me ne sto qui tutto il giorno davanti al PC a perder tempo, con quel dannato file word aperto e sempre ridotto a icona e tremila articoli da leggere che mi osservano, non ricambiati, dalla scrivania.
A niente hanno valso sinora i mille programmi ed estensioni scaricati su computer e cellulare che promettono di allontanarti da ogni forma di distrazione o svago per periodi di tempo determinati. Molto poco hanno influito i suggerimenti della Lisistrata, la mia ragazza, che spesso prova a spronarmi per impegnarmi e far sì che questo inferno finisca presto. Niente da fare, temo: se una cosa non la vuoi fare, non la farai.
A tanto, poi, si aggiunga il fatto che io tiro fuori la grinta e do il meglio di me quando sto sotto pressione (o almeno così dicono).
Lo sto, sto giocando con il fuoco. Il problema è che sotto pressione, pur essendoci, non mi ci sento affatto, e ciò che mi mete in moto è proprio quello!
Sarà, forse, l'assenza di un adeguato cane da guardia a far sì che mi comporti in tal modo?
Quando questo inferno finirà - e con "inferno" intendo (almeno per ora, a ben vedere) l'intero mese di settembre - dovrò trovare una soluzione a questo mio modo ("non modo", in verità) di comportarmi.
Nel frattempo, l'unica distrazione forse meno inutile e più costruttiva è proprio scrivere qui sopra e leggere gli spazi di altri internauti scrittori, dai quali evinco che spesso (e purtroppo!) non sono l'unico a sentirmi strano o sottotono in questo periodo; a loro, pertanto, va la mia completa vicinanza.
Pericolosamente vostro,
Er Matassa
6 commenti:
I casi sono due. O a te sotto sotto non te ne frega niente di sta scadenza oppure ti metti lì seriamente, accontentandoti di quello che riesci a fare
Hai ragione.
In altre occasioni sotto pressione rendevi al massimo o alla fine prevaleva sempre la distrazione?
Anche se non magari al massimo, comunque i risultati si vedevano. Ma perché c'era sempre, appunto, qualcuno a mettermi sotto pressione...
se non avessi gli studenti, non farei niente nemmeno io. sono loro i miei cani da guardia.
valeriascrive
Per me lo sono i docenti universitari: in questi mesi ho dovuto allentare la collaborazione con uno di loro che era fra i miei "cani da guardia" fondamentali. Farcela da soli è dura, ma si può e si deve fare (speriamo!)! EM
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