sabato 5 settembre 2020

Il ragazzo che giocava con il fuoco

Non so proprio che cosa mi giri per la testa.

Me ne sono venuto in campagna l'altro ieri, fuggito dalla grande città, con l'intenzione di provare a concentrare e investire le poche energie rimaste in un lavoro che avrei dovuto portare a termine molto tempo fa.

E invece che faccio?

Ad appena una settimana dalla scadenza del termine per la consegna me ne sto qui tutto il giorno davanti al PC a perder tempo, con quel dannato file word aperto e sempre ridotto a icona e tremila articoli da leggere che mi osservano, non ricambiati, dalla scrivania.

A niente hanno valso sinora i mille programmi ed estensioni scaricati su computer e cellulare che promettono di allontanarti da ogni forma di distrazione o svago per periodi di tempo determinati. Molto poco hanno influito i suggerimenti della Lisistrata, la mia ragazza, che spesso prova a spronarmi per impegnarmi e far sì che questo inferno finisca presto. Niente da fare, temo: se una cosa non la vuoi fare, non la farai.

A tanto, poi, si aggiunga il fatto che io tiro fuori la grinta e do il meglio di me quando sto sotto pressione (o almeno così dicono).

Lo sto, sto giocando con il fuoco. Il problema è che sotto pressione, pur essendoci, non mi ci sento affatto, e ciò che mi mete in moto è proprio quello!

Sarà, forse, l'assenza di un adeguato cane da guardia a far sì che mi comporti in tal modo?

Quando questo inferno finirà - e con "inferno" intendo (almeno per ora, a ben vedere) l'intero mese di settembre - dovrò trovare una soluzione a questo mio modo ("non modo", in verità) di comportarmi.

Nel frattempo, l'unica distrazione forse meno inutile e più costruttiva è proprio scrivere qui sopra e leggere gli spazi di altri internauti scrittori, dai quali evinco che spesso (e purtroppo!) non sono l'unico a sentirmi strano o sottotono in questo periodo; a loro, pertanto, va la mia completa vicinanza.

Pericolosamente vostro,

Er Matassa

6 commenti:

giorgio giorgi ha detto...

I casi sono due. O a te sotto sotto non te ne frega niente di sta scadenza oppure ti metti lì seriamente, accontentandoti di quello che riesci a fare

Er Matassa ha detto...

Hai ragione.

PuroNanoVergine ha detto...

In altre occasioni sotto pressione rendevi al massimo o alla fine prevaleva sempre la distrazione?

Er Matassa ha detto...

Anche se non magari al massimo, comunque i risultati si vedevano. Ma perché c'era sempre, appunto, qualcuno a mettermi sotto pressione...

Anonimo ha detto...

se non avessi gli studenti, non farei niente nemmeno io. sono loro i miei cani da guardia.
valeriascrive

Er Matassa ha detto...

Per me lo sono i docenti universitari: in questi mesi ho dovuto allentare la collaborazione con uno di loro che era fra i miei "cani da guardia" fondamentali. Farcela da soli è dura, ma si può e si deve fare (speriamo!)! EM