sabato 11 luglio 2020

Avere trent'anni nel 2020

"Del trentesimo anno non si parla mai. Dei ventenni, dei cinquantenni, degli anziani sì. Programmi TV, ribalte e discussioni politiche. Ma di chi arriva in quel punto della vita dove si tira la prima riga, si fanno scelte o si rinuncia  – un momento decisivo, un bivio nel cammino di tutti –, di questo non si occupa nessuno".

Questa l'introduzione del volume "In tempo di guerra" di Concita De Gregorio, edito da Einaudi nel 2019. Sfido chiunque a smentire le sue parole: i trent'anni, oggigiorno, rappresentano il limbo della vita. Altro che dantesco "mezzo del cammin di nostra vita". Oserei dire che nella "selva oscura", ai nostri giorni, ci si arriva ben prima dei trentacinque anni. Già, perché "dei trentenni non si sa niente. Invisibili alla politica, dipinti attraverso stereotipi, con un piede nel regno dei ragazzi e l’altro in quello degli adulti. Su un terreno troppo soggetto a smottamenti per non farci tremare le gambe, troppo instabile per non farci temere che possano essere sabbie mobili"(1).

Forse non v'è bisogno di aggiungere altro. È però il caso di sottolineare che sia il libro, sia l'articolo che lo recensisce risalgono al 2019. Il limbo che descrivono, pertanto, prescinde dalla pandemia e dalla conseguente emergenza sanitaria che ha colto tutti alla sprovvista, a seguito della quale di certo non esce un quadro più rasserenante.

Chi lo avrebbe detto che avrei atteso così lo scoccare dei trent'anni, per me ormai imminente? Penso alle parole della De Gregorio e le sento mie. Senza più un lavoro fisso, con una scadenza importante alle porte, per la quale sto tentando di scrivere qualcosa che abbia senso compiuto, lavorando chiuso in casa senza aria condizionata (tra i luoghi che sono stati chiusi per l'emergenza COVID-19, com'è noto, vi sono infatti anche le biblioteche e le sale studio). Ma soprattutto, senza alcuna certezza sul mio futuro e su quanto valga la pena spremersi le meningi in queste condizioni. Il tutto con la concentrazione pari a quella di un criceto(2), che fa sì che io sia perennemente in ritardo rispetto alle tempistiche che mi son dato.

Se faccio il paragone con il medesimo periodo dell'anno scorso, è giocoforza dire che stessi meglio. Avevo appena saputo di aver superato la prima prova di un esame importante e, dunque, subito acquistato l'occorrente per prepararmi al test successivo. Nel frattempo ero riuscito a chiedere una proroga per una scadenza allora imminente. Queste gioie erano condivise con la mia ragazza di allora, che frequentavo però da appena qualche mese.

A distanza di un anno, l'esame è stato superato, nel posto in cui lavoravo mi hanno invitato a cercare altrove, la proroga dei termini è finita e la scadenza allora rinviata è, stavolta, veramente imminente. Ragion per cui si prospetta un'estate tutt'altro che rilassante. 
Lei, la mia ragazza, con cui già è passato un anno insieme e con cui, salvi i normali alti e bassi, sto molto bene, è forse l'unica costante rimasta (se non altro quella più recente), famiglia, amici e arti marziali a parte.
Se io sono quello ingarbugliato, lei è quella che, alla fine, spesso e volentieri riesce a sciogliere i nodi. Giusto per rimanere in tema, se io sono Er Matassa, lei potrebbe chiamarsi, che so, Lisistrata. O Balsamo (3).   

I trent'anni ti sorprendono così, quando meno te lo aspetti, nel limbo che non ti aspettavi. C'è un punto della selva più oscuro e inesplorato degli altri. Nel dribbling tra scadenze e impegni, professionali o meno, i trenta entrano a gamba tesa, facendoti cadere e prendere un spavento.
L'importante è rialzarsi e riuscire a trovare un senso nella selva. E procedere, con le persone che ti vogliono bene, in quella direzione.

Er Matassa (con più capelli bianchi della scorsa settimana)

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(1) Come efficacemente si riporta in un articolo dell'Huffington Post a commento del libro in questione. 
(2) Ho tirato fuori dal cilindro il primo animale che mi è venuto in mente, ma effettivamente ignoro se i criceti siano animali provvisti di una qualche concentrazione. Ove così fosse, mi scuso con loro per l'equivoco.
(3) Forse meglio Lisistrata...

4 commenti:

Paola S. ha detto...

Siamo quasi coetanei e, come hai letto, anche la mia vita nell'ultimo anno è cambiata parecchio :)
Il fatto è che, alla fine, siamo sempre dentro un limbo, anche quando ci sentiamo in equilibrio non sappiamo mai cosa succederà domani o tra un minuto. È questa la cosa bella :D
Certo quando hai accanto qualcuno che ti scioglie i nodi, o anche solo ti mostra come ammorbidirli un po', è tutto molto più bello... Una grande fortuna :)
Chissà tra un anno a quest'ora che cosa staremo dicendo, come ci riguarderemo ^^

Er Matassa ha detto...

@Paola S.
Ciao Paola! Ecco, io mi sento caduto nel limbo più limbo di tutti i limbi attraversati! In ogni caso, come te, sono incuriosito dal me che l'anno prossimo scriverà un post riguardando questi momenti!
Un saluto,

EM

giorgio giorgi ha detto...

Tutti i ragazzi della tua età che ho avuto come pazienti hanno migliorato molto i risultati del loro stare al mondo (anche lavorativo) ascoltandosi dentro, arrivando a credere di più nella propria capacità di sapere cosa è davvero autentico per loro e infine a muoversi nel mondo con fiducia cercando di realizzarlo. So che é molti teorico ma prova a immaginarlo o farlo in pratica. Sei molto simpatico, intelligente, ironico e hai una bella capacità di sentire i sentimenti. Raccogli i cocci e mettili insieme!!! Tanti tanti auguri di trovare il capo della matassa!!!

Er Matassa ha detto...

Ciao Giorgio, benvenuto! Grazie mille sia per il commento, sia per la riflessione di fondo. Anche se per ora mi è difficile, proverò comunque a seguire i tuoi consigli.
Un saluto,

EM