Noto con sgomento che la ricchezza degli avvenimenti dell'ultimo mese fa da contrappunto alla lentezza della vita in costanza di quarantena da coronavirus. Questione di inquadrature, diceva qualcuno; tutto, se visto da lontano e nel suo essere collettivo, sembra procedere lentamente, tacere e per nulla scorrere. Mano a mano che ci si avvicina, però, ci si accorge che in realtà la staticità è solo apparente, immagine riflessa del grido e del vorticoso farsi della vita di ciascuno.
Così è stato per me, almeno ultimamente.
Così è stato per me, almeno ultimamente.
Un mese fa non avevo idea che, di lì a poco, mi sarei ritrovato praticamente senza lavoro (o, in un certo senso, a lavoro "in scadenza"...), salutato secondo modalità con cui ho già visto andarsene amici e colleghi e con cui non avrei immaginato di dover fare i conti - perlomeno non subito e giammai in un periodo delicato come questo.
Un mese fa fremevo dalla voglia di riabbracciare la mia ragazza, che già allora non vedevo da più di un mese. L'ho riabbracciata qualche settimana fa; erano trascorsi due mesi dall'ultima volta che l'avevo vista prima della quarantena ed è stata la sensazione più bella che ho provato in questo primo semestre sciagurato del 2020.
Un mese fa avevo completamente perso la forma fisica e la voglia di allenarmi. Solo una settimana più tardi, complice l'ansia di una sorta di test suscitatami da una cara amica, ho iniziato a svegliarmi quasi tutti i giorni verso le sei di mattina e a fare attività fisica. Inutile descrivere il benessere che ne ho potuto trarre
Un mese fa mi sento di poter dire che ero una persona diversa, perché diverse erano le mie certezze e abitudini. Un mese fa, pur costretto a stare a casa come tutti gli altri, avevo la compagnia di un animale domestico e la sicurezza di occupare un posto di lavoro. In un mese queste certezze si son fatte capelli bianchi.
Un mese fa non c'erano la stessa fame di tempo di adesso, la voglia di mettersi in gioco ancora una volta e la consapevolezza che non è affatto opportuno confondere fra loro il lavoro e l'amicizia. La vera sfida, ora, è riuscire in qualche modo a far tesoro di queste esperienze.
La caccia al tesoro, dunque, è aperta.
Er Matassa
4 commenti:
Fidati, hai già fatto tesoro di tutto questo. Del bello e del brutto.
Di chi o cosa non c'è e di chi o cosa ci sarà.
Moz-
Grazie Moz, sei sempre caro!
EM
guarda che se ti svegli alle 6 di mattina per fare ginnastica poi le tette non ti crescono!
Quelle cresciute a inizio quarantena le ho ancora tutte!:)
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