Posso raccontare almeno due episodi che suggeriscono di dar retta al titolo di questo post.
1.
Antefatto: Roma, una mattina qualsiasi di novembre
Mi accingo a raggiungere in scooter un'amica per far colazione assieme in un bar: subito dopo, dovrò andare a un funerale. Come al solito sono un po' in ritardo.
Mi immetto nella rotonda di una piazza. Accosta una macchina, che mi stringe sulla rotonda. Mi viene a sbattere.
Scooter illeso, io illeso, fiancata leggermente graffiata. La macchina si ferma.
Scende l'autista minacciando denunce all'assicurazione. Gli faccio notare che si tratta di un graffio e che ce la possiamo gestire noi, senza coinvolgere le due assicurazioni. Lui è d'accordo.
Ci scambiamo riferimenti e numeri di telefono. Afferma che si sarebbe fatto vivo la settimana successiva e si mostra sinceramente dispiaciuto del fatto che debba partecipare a un funerale.
Il tizio non si fa vivo. Resto perplesso, ma non bado molto a ricontattarlo e visto anche l'approssimarsi di un mucchio di scadenze lavorative in vista della pausa festiva mi passa di mente.
Fatto: ieri mi chiama l'agenzia di assicurazioni e mi riferisce che il tizio ha sporto denuncia nei miei confronti e chiesto il risarcimento (tramite l'assicurazione, ça va sans dire).
Che dire: oltre alla bruciatura "professionale", bel modo di mantenere un gentlemen's agreement.
2.
Antefatto: Roma, una mattina qualsiasi di fine luglio
Il capo dello Studio in cui lavoro da ormai qualche mese imbocca nella stanza dove mi trovo per salutarmi in vista delle vacanze estive.
Mi dice che è complessivamente soddisfatto del mio lavoro e che a fine settembre faremo un discorso "complessivo" relativo al mio inserimento a Studio (e che - per espressa dichiarazione del titolare - parrebbe addirittura contemplare un aumento).
Premetto che inizialmente mi aveva detto che sarei rimasto per sei mesi di prova e che, alla fine di questo periodo, avremmo tirato le somme e concordato i termini della mia permanenza. La "fine" della prova, dunque, già decisa allora per settembre, sembrava vicina e a favore di ciò deponeva anche l'ulteriore incontro di fine luglio.
Fatto: è il 28 dicembre e del discorso "complessivo" nemmeno l'ombra, nonostante io abbia condiviso con un Collega anziano (nonché "Vice" del sistema-Studio in cui mi trovo) le mie perplessità.
Cosa ha imparato Matassa da queste vicende:
1) Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio, come da titolo
2) L'avvicinarsi delle vacanze (o addirittura le vacanze stesse) non costituiscono giustificato motivo per rallegrarsi, ché la fregatura è sempre dietro l'angolo.
Malfidatamente
Er Matassa